Dopo la seconda guerra mondiale, Berlino venne spartita tra le potenze vincitrici e oltre il 40% della città venne ceduta alla Russia. La città socialista nacque fedele alle tradizioni nazionali con un carattere razionale del costruttivismo che si basava sull’esaltazione della nuova classe proletaria e puntava alla costruzione della città sfondando e superando i canoni borghesi ottocenteschi. Venne attuata una ricerca esasperata della regolarità delle linee e della rigidità delle forme, di cui Aldo Rossi fu sostenitore. Il quartiere di Mitte, attuale distretto e unica forma di passaggio dopo la costruzione del Muro, risiede nella zona centrale di Berlino e per questa sua posizione fu soggetto a molti bombardamenti durante la guerra. Nel quartiere di Mitte si trova Alexanderplatz, da sempre zona commerciale, inizialmente per il mercato di bestiame e successivamente rimase un importante centro commerciale. In seguito ai bombardamenti, sono stati costruiti importanti palazzi intorno alla piazza, che hanno confermato la sua centralità, non solo da un punto di vista geografico. Un altro elemento di rilievo del quartiere è Karl Marx Allee, una strada considerata un vero e proprio museo all’aperto dell’architettura socialista . Si estende da Alexanderplatz a alla porta di Francoforte, porta che a Est ricopre in modo simmetrico il ruolo della più famosa porta di Brandeburgo. Da Frankfurter Tor inizia il prolungamento della strada denominata Frankfurter Allee. Il viale è stato progettato tra il 1952 e il 1960 da un gruppo di architetti guidati da Hermann Henselmann. Nasce come asse congiungente la Berlino Est alla Polonia e a Mosca. Il viale venne inoltre utilizzato come sede di parate militari e altre manifestazioni da cui possiamo dedurne un’importanza politica. Dopo i danni subiti durante la seconda guerra mondiale il viale, lungo 2-3 km, venne allargato fino a 90m. Nello stesso periodo, si costruirono negozi e edifici residenziali utilizzando telai in cemento armato e parti prefabbricate (Plattembau). Tali edifici sono alti fino a dieci piani, hanno servizi igienici privati e riscaldamento centralizzato.
Intorno a Mitte, risiedono alcuni quartieri, tra cui Moabit, Geseundbrunner, Hansaviertel , e Tiergarten. Moabit è un quartiere circondato da vie d’acqua in tutti i lati. Presso il confine settentrionale si trova Westhafen, il maggior porto fluviale berlinese. Nella parte meridionale, invece, sorge la principale stazione ferroviaria cittadina (Hauptbahnohf). A nord-est di Mitte si trova Geseundbrunner. I confini est e sud del quartiere erano segnati, fino al 1990, dal muro di Berlino. In Bernaverstrasse, drammaticamente segnata dalla divisione, si trova un memoriale, un centro di documentazione e un tratto di muro che è stato conservato come monumento. Hansaviertel si trova nella zona centro occidentale della città ed in origine era un quartiere ottocentesco raso al suolo durante la seconda guerra mondiale. Fu ricostruito in occasione della mostra internazionale dell’edilizia del 1957, assumendo il ruolo di progetto vetrina di Berlino ovest. Il quartiere si compone di edifici di varie tipologie disposti liberamente nel verde. In posizione centrale si trovano luoghi di ricreazione e di valenza sociale e commerciale. Il progetto degli edifici fu affidato a famosi architetti come Alto, Gropius e Niemeyer. Infine, Tiergarten, quartiere gran parte occupato dall’omonimo parco. La zona edificata si trova a Sud e comprende il quartiere dell’ambasciata. Nella zona nord orientale del parco, si trova invece il quartiere governativo, con il Reichstag, sede del Parlamento federale e la Band des Bundes, la fascia degli edifici federali. Le prime edificazioni compaiono intorno alla metà del XIX secolo a sud del parco, posizione favorevole di ville destinate a ceti benestanti. Quasi nessun’altra metropoli offre così tanti spazi verdi come Berlino, infatti al centro della città troviamo parchi importanti come il precedentemente mensionato Tiergarten e Treptower park, che si può definire, con i suoi 88 ettari, come il polmone verde di Berlino . Si trova nell’omonimo quartiere di Alt-Treptow. Progettato dall’architetto Gustav Meyer e realizzato tra il 1876 e il 1888, fu un grande evento all’epoca per la sua diversità: il parco comprendeva oltre ai grandi prati attrazioni sportive e un piccolo ippodromo. Nel 1957 George Pniower, architetto paesaggista, ha riprogettato il parco introducendo 25’000 piante, sculture e una fontana. Oggi la più grande attrazione del parco è il memoriale sovietico, costruito tra il 1946 e il 1949 per commemorare i morti dell’armata russa nella battaglia di Berlino. Qui troviamo la statua della madre patria Russia, simbolo della vittoria sulla Germania nazista, circondata da prati rettangolari in cui sono sepolti i soldati. Il parco confina col fiume Sprea, attraversato da un ponte che lo collega all’isola dei Giovani, così chiamato perché frequentato dai ragazzi al tempo della DDR. Questo isolotto è famoso per la presenza della Hause Zenner, il ristorante più antico di Berlino e per essere stato sede del festival di Trepton dove vennero premiate, nel 2005, persone per il loro aiuto verso i bambini disagiati di tutto il mondo.
Nella periferia orientale di Berlino sorge il distretto di Marzahn, considerato araldo della storia della Repubblica sovietica. E’ composto da cinque quartieri ricostruiti interamente tra il 1977 e il 1990, poiché oggetto di un nuovo progetto edilizio che puntava alla costruzione di grandi quartieri residenziali lontani dal centro e infrastrutture come le ferrovie, che offrirono numerosi posti di lavoro. Fu incentivato lo spazio dedicato al verde urbano in cui i giardini e il parco di modello asiatico diventarono la maggior attrattiva del distretto, ch conserva tutt’ora un aspetto rurale e che è sede di scontri tra estremisti politici e degrado sociale.
Come possiamo vedere, Berlino ha subito influenze di ideologie dittatoriali diverse che hanno fortemente delineato la città di oggi. Ma realmente, può essere considerata “città”? Oppure è il risultato di città diverse unite solo da una posizione geografica? Attualmente, secondo voi, Berlino è priva di un’identità propria? Se così fosse, può essere considerata una conseguenza di “troppe” identità conflittuali diverse? Quali differenze socio-culturali possiamo trovare tra i quartieri periferici e quelli centrali? E’ giusto avere dei quartieri periferici lontani dal centro? Può questo incidere sulla formazione della popolazione residente, e come?
Secondo la mia personale opinione Berlino si può considerare una megalopoli, venuta a formarsi nel corso dellla sua lunga ed importatnte storia. Per questo al suo interno si possono riscontrare oltre alle varie tipologie costruttive anche numerosi quartieri dovuti alle molteplici etnie presenti nella capitale tedesca. La vera identità di Berlino si riscontra solo in determinate zone, cioè dove è visibile l'architettura nazista; per il resto tende ad assumere caratteri più moderni, dovuti alle esigenze di turismo e di modernizzazione della città; rendendola una delle principali capitali europee.
Secondo me e per quello che ho visto nella gita a Berlino la città è costituita da un insieme di edifici di nuova edilizia e edifici risalenti all'età bellica costituendo cosi un reticolo diversificato in tutte le sue forme. Berlino è composta da usi e costumi diversi che rendono la città stessa priva di una propria identità. Si può anche dire che grazie a queste diversità di popoli Berlino ha un identità particolare perché è una delle poche che possiede questo tipo di diversità che la rende bella da visitare e da vivere.... Berlino avrebbe avuto un'identità determinata propria ,secondo me, solo nel caso in cui la Germania non avesse perso la guerra.
Berlino è sicuramente considerabile "città". Una città formata da tante identità diverse, è vero, ma se così non fosse non sarebbe Berlino. Non credo che si possa considerare priva di un'identità propria, ma, anzi, con una forte identità, dovuta, forse principalmente, all'aver vissuto da "protagonista" il dramma della guerra, del nazismo e, quindi, dalla volontà di "rinascere". Si è formata proprio "grazie" a queste vicende e, il non considerarle, forse, sarebbe l'unico motivo che potrebbe far pensare a una "non identità" di Berlino.
Credo che Berlino si possa definire senza dubbio una città dotata di una propria,e a mio parere tutta particolare, identità. E' una città e come tale inevitabilmente presenta incongruenze, differenze, elementi contrastanti, tutti sintomo di un passato travagliato...molto più travagliato di tante altre città europee. Divisa per molti anni da ideologie opposte, Berlino manifesta indubbiamente, attraverso la sua architettura, i caratteri propri delle rispettive dittature e dei movimenti culturali che si andarono diffondendo al suo interno. Le discordanze creano così un vero e proprio percorso, un tracciato lungo il quale si possono ritrovare i caratteri di una cultura, di un popolo, di una nazione. E se si osserva questo insieme di elementi, spesso in conflitto fra loro, si ritrova comunque una certa linearità nel loro sviluppo. Opposte influenze dittatoriali hanno originato una città monolitica, statica, imponente...e spesso soffocante...una città che tuttavia comunica, anche al più ingenuo degli spettatori, il ruolo di rilievo che essa stessa ricoprì in passato. Per quanto riguarda i quartieri di periferia credo che la problematica sia relativa non tanto alla lontananza quanto alla capacità di sviluppare la città, in tutte le sue parti, in modo omogeneo. Quando dico "omogeneo" mi riferisco alla necessaria diramazione di servizi, opportunità, spazi vivibili e percettibili come "propri". Solo in questo modo è possibile avere una città uniforme, che non distingua le zone del centro, vivo ed attivo, da quelle di periferia, zone dormitorio.
rispondo a Anna...se faccio il paragone con la mia città...beh, anche Livorno è nata e tutt'ora è vissuta da identità diverse (se pensi che era il posto dove andavano tutti gli esclusi dalla società....appestati, omosessuali, zingari, prostitute)...però per quanto non mi senta pienamente livornese..sento che in questa città un'identità c'è! e forse è bella proprio perchè è così variegata...a Berlino invece questa sensazione non l'ho avuta...forse la differenza è che mentre a Livorno le identità si sono intrecciate, lì sono rimaste sempre divise, addirittura da delle mura! ecco perchè non ci sento UNA identità ben precisa..
per agnese..sono d'accordissimo sul fatto di ''sviluppare'' anche le periferie, perchè anche io non le posso più vedere nello stato in cui sono...però quello che penso io è...non rimarrebbero comunque ''isole'' autonome? ritorno al solito discorso...se ogni quartiere ha la sua impronta ecologica, chiudendosi così sempre di più in se stesso...può esserci uno sviluppo sociale, senza uno scambio di idee diverse, derivanti da stili di vita diversi? non sarebbe meglio (per dire eh) organizzare le periferie, ma magari al posto che mettere il supermercato al centro del quartiere...magari sul confine con un altro?? (questa la butto lì,può anche darsi che sia una grande cavolata, ma è per farti capire che intendo!)
Potrebbe anche darsi, però, che tu non l'abbia sentita perchè non l'hai vissuta da "berlinese" ma da persona esterna che non ha vissuto, o comunque non ha avuto contatti con persone che hanno vissuto così da vicino detrminate esperienze..e anche se le varie identità sono state per tanto divise, una volta unite hanno formato la Berlino di ora..ma questo , secondo me, può percepirlo solo chi ci vive, o, ancora meglio, chi proprio ci è nato..no? Per quato riguarda le periferie, invece, non per forza rimarrebbero isole autonome se le connessioni fossero strutturate in modo migliore e comunque, non mi sembra che le periferie esistano solo a Berlino...:-)
no, ma nelle grandi città è ovvio che uno tende a rimanere sempre nel proprio quartiere dato che per spostarsi ci vuole parecchio tempo...comunque concordo riguardo al fatto che ci vorrebbero buone connessioni, ma non sono d'accordo sul fatto che solo chi ci vive può percepirlo! :)
Secondo me Berlino può essere considerata "un grande cantiere a cielo aperto" ma questo non significa che non la considero una città, anzi una grande città con una forte identità,cosa che ho percepito nella visita a Berlino. Anna ha sicuramente ragione quando afferma che chi vive sul luogo può percepire cose che le persone esterne alla città non posso cogliere ma quest'ultime colgono delle sensazioni da esterni sicuramente più oggettivi rispetto ai cittadini.Sul discorso delle periferie, penso che Berlino abbia più che periferie esterne,(che comunque sono molto ben collegate con il centro,infatti più che collegamenti parlerei di sviluppo sociale cercando di eliminare il senso di ghetto che si ha entrando nei quartieri periferici.) delle periferie interne poichè ho colto che all'interno della città ci sono quartieri distaccati completamenti dal centro, nel caso stesso della Karl Marx Allee e del quartiere che si è visitato subito dopo si nota la frenesia della strada principale con il rilassante e solitario quartiere freddo e poco articolato e con un'architettura quasi inesistene ma pur sempre identitaria di Berlino. Personalmente parlando a me Berlino non è piaciuta, poichè non mi ha dato una sensazione di città accogliente ma tutto il contrario, con un architettura e un urbanistica molto regolare e monotona.
Voglio intervenire nel dibattito di Anna e Marina sull'identità della città e nel considerare Berlino realmente una città....Berlino si può considerare come una "giovane città", nel senso che a differenza delle nostre città italiane, come può essere Livorno, l'identità della città è fortemente legato al centro cittadino, dove si riconosce un forte legame storico e territoriale. A Berlino questo legame non ci può essere, anche perchè il centro fu diviso da un muro che, ancora oggi, è "sempre presente", da un punto di vista architettonico-urbanistico. Quindi, l'identità della città di Berlino va ricercata nella complessità delle ideologie che si sono affermate in questo ultimo secolo: dagli interventi nazzisti alle opere sovietiche, fino ai giorni nostri. Per concludere, secondo me l'identità di Berlino si sta formando su queste soluzioni urbanistiche, a volte giuste e ben rappresentate altre volte sbagliate e poco utili. Per questo Berlino la considero una "giovane città"!
Secondo me Berlino può essere considerata una città, anzi deve essere considerata una città….....Essa contiene elementi antichi, illesi, restaurati o ricostruiti che convivono con quelli moderni. Senza ombra di dubbio tale fattore crea dei risultati che a prima vista giungono parecchio contrastanti, ma se ragioniamo con occhio critico, a parer mio questi contrasti caratterizzano o meglio costituiscono lo stile tipico della Berlino odierna, della Berlino che da un “difetto”(se così possiamo definire) ne riesce a trarre un vero e proprio carattere identificativo, che magari la rende sicuramente diversa da altri esempi europei. Quindi se riesce a distinguersi da altri esempi europei ciò implica che esiste una identità, e l’identità non nasce dall’oggi al domani, ma è il risultato di processi e relazioni che si manifestano a lungo termine; ma non solo, la coesistenza di stili differenti implica una testimonianza indiretta delle della storia vissuta. Questo secondo la mia ottica, un’ ottica percepita da una posizione terza alla vita sociale Berlinese ,ma bisogna anche saper cambiare punto di vista…… e mettendomi nei panni di uno del posto penso proprio che tali differenze all’interno della città non vengano trattate con tanta elasticità perché sono convinto che un berlinese a determinati ambiti accosti determinate situazioni sociali.
Io personalmente non ho visitato Berlino, ma la mia impressione di tale contesto è la grande discontinuità tra ieri e oggi, ciò non toglie che la sua forte identità si è differenziata nel corso del tempo da svariati processi ed evoluzioni positive e negative, che hanno fatto della Berlino di oggi una città singolare che si è distinta nella costruzione della città pubblica, dove parchi, trasporti ed edilizia sono stati elementi di riferimento per l'intero processo di sviluppo urbano.
Lo scopo del fuzionalismo è stato quello di "un azzeramento culturale che conduce al rifiuto della tradizione", quindi, se molti di noi non percepiscono un'identità del luogo è abbastanza normale.Certo è che noi non viviamo la città come la vive un berlinese e le nostre supposizioni rigurdo l'identità del luogo rimangono sole delle impressioni dovute a una breve visita. Concordo con Gabrile nel dire che Berlino avrebbe avuto un'identità propria maggiore se la Germania non avesse perso la guerra.
Probabilmente la costruzione del muro ha certamente diviso la città in due parti che si sono differenziate sia dal punto di vista architettonico che sociale e culturale. Probabilmente se non ci fosse stato, poche sarebbero state le cause di un'ulteriore divisione anche perché questo è stato un confine e un limite fortemente voluto da un regime dittatoriale e limite fisico,non solo mentale.
secondo me,poichè la citta e molto espansiva è inevitabile che si formino periferie anche molto esterne che incidono sulla crescita culturale e ideologica di una persona. Comunque credo che Berlino piu che un'unica città sia un conglomerato di città che a loro modo danno a Berlino stessa una propria e forte identità che non è possibile riscontrare alrove.
Concordo con Mastrella in quanto penso che il muro abbia inciso notevolmente sia come modo di edificare le architetture, sia in campo socio-economico-culturale. Inoltre sostengo che la profonda divisione suscitata dal "muro" non sarebbe stata possibile se fosse stato utilizzato un altro metodo per "spaccare" la città in due non solo dal punto di vista mentale ma soprattutto fisico in quanto la popolazione era fisicamente obbligata a rimanere nella loro porzione di città.
Dopo la seconda guerra mondiale, Berlino venne spartita tra le potenze vincitrici e oltre il 40% della città venne ceduta alla Russia.
RispondiEliminaLa città socialista nacque fedele alle tradizioni nazionali con un carattere razionale del costruttivismo che si basava sull’esaltazione della nuova classe proletaria e puntava alla costruzione della città sfondando e superando i canoni borghesi ottocenteschi. Venne attuata una ricerca esasperata della regolarità delle linee e della rigidità delle forme, di cui Aldo Rossi fu sostenitore.
Il quartiere di Mitte, attuale distretto e unica forma di passaggio dopo la costruzione del Muro, risiede nella zona centrale di Berlino e per questa sua posizione fu soggetto a molti bombardamenti durante la guerra.
Nel quartiere di Mitte si trova Alexanderplatz, da sempre zona commerciale, inizialmente per il mercato di bestiame e successivamente rimase un importante centro commerciale. In seguito ai bombardamenti, sono stati costruiti importanti palazzi intorno alla piazza, che hanno confermato la sua centralità, non solo da un punto di vista geografico.
Un altro elemento di rilievo del quartiere è Karl Marx Allee, una strada considerata un vero e proprio museo all’aperto dell’architettura socialista . Si estende da Alexanderplatz a alla porta di Francoforte, porta che a Est ricopre in modo simmetrico il ruolo della più famosa porta di Brandeburgo. Da Frankfurter Tor inizia il prolungamento della strada denominata Frankfurter Allee. Il viale è stato progettato tra il 1952 e il 1960 da un gruppo di architetti guidati da Hermann Henselmann. Nasce come asse congiungente la Berlino Est alla Polonia e a Mosca. Il viale venne inoltre utilizzato come sede di parate militari e altre manifestazioni da cui possiamo dedurne un’importanza politica. Dopo i danni subiti durante la seconda guerra mondiale il viale, lungo 2-3 km, venne allargato fino a 90m. Nello stesso periodo, si costruirono negozi e edifici residenziali utilizzando telai in cemento armato e parti prefabbricate (Plattembau). Tali edifici sono alti fino a dieci piani, hanno servizi igienici privati e riscaldamento centralizzato.
Intorno a Mitte, risiedono alcuni quartieri, tra cui Moabit, Geseundbrunner, Hansaviertel , e Tiergarten.
RispondiEliminaMoabit è un quartiere circondato da vie d’acqua in tutti i lati. Presso il confine settentrionale si trova Westhafen, il maggior porto fluviale berlinese. Nella parte meridionale, invece, sorge la principale stazione ferroviaria cittadina (Hauptbahnohf).
A nord-est di Mitte si trova Geseundbrunner. I confini est e sud del quartiere erano segnati, fino al 1990, dal muro di Berlino. In Bernaverstrasse, drammaticamente segnata dalla divisione, si trova un memoriale, un centro di documentazione e un tratto di muro che è stato conservato come monumento.
Hansaviertel si trova nella zona centro occidentale della città ed in origine era un quartiere ottocentesco raso al suolo durante la seconda guerra mondiale. Fu ricostruito in occasione della mostra internazionale dell’edilizia del 1957, assumendo il ruolo di progetto vetrina di Berlino ovest. Il quartiere si compone di edifici di varie tipologie disposti liberamente nel verde. In posizione centrale si trovano luoghi di ricreazione e di valenza sociale e commerciale. Il progetto degli edifici fu affidato a famosi architetti come Alto, Gropius e Niemeyer.
Infine, Tiergarten, quartiere gran parte occupato dall’omonimo parco. La zona edificata si trova a Sud e comprende il quartiere dell’ambasciata. Nella zona nord orientale del parco, si trova invece il quartiere governativo, con il Reichstag, sede del Parlamento federale e la Band des Bundes, la fascia degli edifici federali. Le prime edificazioni compaiono intorno alla metà del XIX secolo a sud del parco, posizione favorevole di ville destinate a ceti benestanti.
Quasi nessun’altra metropoli offre così tanti spazi verdi come Berlino, infatti al centro della città troviamo parchi importanti come il precedentemente mensionato Tiergarten e Treptower park, che si può definire, con i suoi 88 ettari, come il polmone verde di Berlino . Si trova nell’omonimo quartiere di Alt-Treptow. Progettato dall’architetto Gustav Meyer e realizzato tra il 1876 e il 1888, fu un grande evento all’epoca per la sua diversità: il parco comprendeva oltre ai grandi prati attrazioni sportive e un piccolo ippodromo. Nel 1957 George Pniower, architetto paesaggista, ha riprogettato il parco introducendo 25’000 piante, sculture e una fontana. Oggi la più grande attrazione del parco è il memoriale sovietico, costruito tra il 1946 e il 1949 per commemorare i morti dell’armata russa nella battaglia di Berlino. Qui troviamo la statua della madre patria Russia, simbolo della vittoria sulla Germania nazista, circondata da prati rettangolari in cui sono sepolti i soldati. Il parco confina col fiume Sprea, attraversato da un ponte che lo collega all’isola dei Giovani, così chiamato perché frequentato dai ragazzi al tempo della DDR. Questo isolotto è famoso per la presenza della Hause Zenner, il ristorante più antico di Berlino e per essere stato sede del festival di Trepton dove vennero premiate, nel 2005, persone per il loro aiuto verso i bambini disagiati di tutto il mondo.
Nella periferia orientale di Berlino sorge il distretto di Marzahn, considerato araldo della storia della Repubblica sovietica. E’ composto da cinque quartieri ricostruiti interamente tra il 1977 e il 1990, poiché oggetto di un nuovo progetto edilizio che puntava alla costruzione di grandi quartieri residenziali lontani dal centro e infrastrutture come le ferrovie, che offrirono numerosi posti di lavoro. Fu incentivato lo spazio dedicato al verde urbano in cui i giardini e il parco di modello asiatico diventarono la maggior attrattiva del distretto, ch conserva tutt’ora un aspetto rurale e che è sede di scontri tra estremisti politici e degrado sociale.
RispondiEliminaCome possiamo vedere, Berlino ha subito influenze di ideologie dittatoriali diverse che hanno fortemente delineato la città di oggi. Ma realmente, può essere considerata “città”? Oppure è il risultato di città diverse unite solo da una posizione geografica?
Attualmente, secondo voi, Berlino è priva di un’identità propria? Se così fosse, può essere considerata una conseguenza di “troppe” identità conflittuali diverse?
Quali differenze socio-culturali possiamo trovare tra i quartieri periferici e quelli centrali?
E’ giusto avere dei quartieri periferici lontani dal centro? Può questo incidere sulla formazione della popolazione residente, e come?
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RispondiEliminaSecondo la mia personale opinione Berlino si può considerare una megalopoli, venuta a formarsi nel corso dellla sua lunga ed importatnte storia. Per questo al suo interno si possono riscontrare oltre alle varie tipologie costruttive anche numerosi quartieri dovuti alle molteplici etnie presenti nella capitale tedesca. La vera identità di Berlino si riscontra solo in determinate zone, cioè dove è visibile l'architettura nazista; per il resto tende ad assumere caratteri più moderni, dovuti alle esigenze di turismo e di modernizzazione della città; rendendola una delle principali capitali europee.
RispondiEliminaMatteo Pro
Secondo me e per quello che ho visto nella gita a Berlino la città è costituita da un insieme di edifici di nuova edilizia e edifici risalenti all'età bellica costituendo cosi un reticolo diversificato in tutte le sue forme. Berlino è composta da usi e costumi diversi che rendono la città stessa priva di una propria identità. Si può anche dire che grazie a queste diversità di popoli Berlino ha un identità particolare perché è una delle poche che possiede questo tipo di diversità che la rende bella da visitare e da vivere....
RispondiEliminaBerlino avrebbe avuto un'identità determinata propria ,secondo me, solo nel caso in cui la Germania non avesse perso la guerra.
Lepri Gabriele
Berlino è sicuramente considerabile "città". Una città formata da tante identità diverse, è vero, ma se così non fosse non sarebbe Berlino.
RispondiEliminaNon credo che si possa considerare priva di un'identità propria, ma, anzi, con una forte identità, dovuta, forse principalmente, all'aver vissuto da "protagonista" il dramma della guerra, del nazismo e, quindi, dalla volontà di "rinascere". Si è formata proprio "grazie" a queste vicende e, il non considerarle, forse, sarebbe l'unico motivo che potrebbe far pensare a una "non identità" di Berlino.
Credo che Berlino si possa definire senza dubbio una città dotata di una propria,e a mio parere tutta particolare, identità. E' una città e come tale inevitabilmente presenta incongruenze, differenze, elementi contrastanti, tutti sintomo di un passato travagliato...molto più travagliato di tante altre città europee.
RispondiEliminaDivisa per molti anni da ideologie opposte, Berlino manifesta indubbiamente, attraverso la sua architettura, i caratteri propri delle rispettive dittature e dei movimenti culturali che si andarono diffondendo al suo interno. Le discordanze creano così un vero e proprio percorso, un tracciato lungo il quale si possono ritrovare i caratteri di una cultura, di un popolo, di una nazione.
E se si osserva questo insieme di elementi, spesso in conflitto fra loro, si ritrova comunque una certa linearità nel loro sviluppo. Opposte influenze dittatoriali hanno originato una città monolitica, statica, imponente...e spesso soffocante...una città che tuttavia comunica, anche al più ingenuo degli spettatori, il ruolo di rilievo che essa stessa ricoprì in passato.
Per quanto riguarda i quartieri di periferia credo che la problematica sia relativa non tanto alla lontananza quanto alla capacità di sviluppare la città, in tutte le sue parti, in modo omogeneo. Quando dico "omogeneo" mi riferisco alla necessaria diramazione di servizi, opportunità, spazi vivibili e percettibili come "propri". Solo in questo modo è possibile avere una città uniforme, che non distingua le zone del centro, vivo ed attivo, da quelle di periferia, zone dormitorio.
rispondo a Anna...se faccio il paragone con la mia città...beh, anche Livorno è nata e tutt'ora è vissuta da identità diverse (se pensi che era il posto dove andavano tutti gli esclusi dalla società....appestati, omosessuali, zingari, prostitute)...però per quanto non mi senta pienamente livornese..sento che in questa città un'identità c'è! e forse è bella proprio perchè è così variegata...a Berlino invece questa sensazione non l'ho avuta...forse la differenza è che mentre a Livorno le identità si sono intrecciate, lì sono rimaste sempre divise, addirittura da delle mura! ecco perchè non ci sento UNA identità ben precisa..
RispondiEliminaper agnese..sono d'accordissimo sul fatto di ''sviluppare'' anche le periferie, perchè anche io non le posso più vedere nello stato in cui sono...però quello che penso io è...non rimarrebbero comunque ''isole'' autonome? ritorno al solito discorso...se ogni quartiere ha la sua impronta ecologica, chiudendosi così sempre di più in se stesso...può esserci uno sviluppo sociale, senza uno scambio di idee diverse, derivanti da stili di vita diversi? non sarebbe meglio (per dire eh) organizzare le periferie, ma magari al posto che mettere il supermercato al centro del quartiere...magari sul confine con un altro?? (questa la butto lì,può anche darsi che sia una grande cavolata, ma è per farti capire che intendo!)
RispondiEliminaPotrebbe anche darsi, però, che tu non l'abbia sentita perchè non l'hai vissuta da "berlinese" ma da persona esterna che non ha vissuto, o comunque non ha avuto contatti con persone che hanno vissuto così da vicino detrminate esperienze..e anche se le varie identità sono state per tanto divise, una volta unite hanno formato la Berlino di ora..ma questo , secondo me, può percepirlo solo chi ci vive, o, ancora meglio, chi proprio ci è nato..no?
RispondiEliminaPer quato riguarda le periferie, invece, non per forza rimarrebbero isole autonome se le connessioni fossero strutturate in modo migliore e comunque, non mi sembra che le periferie esistano solo a Berlino...:-)
no, ma nelle grandi città è ovvio che uno tende a rimanere sempre nel proprio quartiere dato che per spostarsi ci vuole parecchio tempo...comunque concordo riguardo al fatto che ci vorrebbero buone connessioni, ma non sono d'accordo sul fatto che solo chi ci vive può percepirlo! :)
RispondiEliminaSecondo me Berlino può essere considerata
RispondiElimina"un grande cantiere a cielo aperto" ma questo non significa che non la considero una città, anzi una grande città con una forte identità,cosa che ho percepito nella visita a Berlino. Anna ha sicuramente ragione quando afferma che chi vive sul luogo può percepire cose che le persone esterne alla città non posso cogliere ma quest'ultime colgono delle sensazioni da esterni sicuramente più oggettivi rispetto ai cittadini.Sul discorso delle periferie, penso che Berlino abbia più che periferie esterne,(che comunque sono molto ben collegate con il centro,infatti più che collegamenti parlerei di sviluppo sociale cercando di eliminare il senso di ghetto che si ha entrando nei quartieri periferici.) delle periferie interne poichè ho colto che all'interno della città ci sono quartieri distaccati completamenti dal centro, nel caso stesso della Karl Marx Allee e del quartiere che si è visitato subito dopo si nota la frenesia della strada principale con il rilassante e solitario quartiere freddo e poco articolato e con un'architettura quasi inesistene ma pur sempre identitaria di Berlino. Personalmente parlando a me Berlino non è piaciuta, poichè non mi ha dato una sensazione di città accogliente ma tutto il contrario, con un architettura e un urbanistica molto regolare e monotona.
Voglio intervenire nel dibattito di Anna e Marina sull'identità della città e nel considerare Berlino realmente una città....Berlino si può considerare come una "giovane città", nel senso che a differenza delle nostre città italiane, come può essere Livorno, l'identità della città è fortemente legato al centro cittadino, dove si riconosce un forte legame storico e territoriale. A Berlino questo legame non ci può essere, anche perchè il centro fu diviso da un muro che, ancora oggi, è "sempre presente", da un punto di vista architettonico-urbanistico. Quindi, l'identità della città di Berlino va ricercata nella complessità delle ideologie che si sono affermate in questo ultimo secolo: dagli interventi nazzisti alle opere sovietiche, fino ai giorni nostri. Per concludere, secondo me l'identità di Berlino si sta formando su queste soluzioni urbanistiche, a volte giuste e ben rappresentate altre volte sbagliate e poco utili. Per questo Berlino la considero una "giovane città"!
RispondiEliminaSecondo me Berlino può essere considerata una città, anzi deve essere considerata una città….....Essa contiene elementi antichi, illesi, restaurati o ricostruiti che convivono con quelli moderni. Senza ombra di dubbio tale fattore crea dei risultati che a prima vista giungono parecchio contrastanti, ma se ragioniamo con occhio critico, a parer mio questi contrasti caratterizzano o meglio costituiscono lo stile tipico della Berlino odierna, della Berlino che da un “difetto”(se così possiamo definire) ne riesce a trarre un vero e proprio carattere identificativo, che magari la rende sicuramente diversa da altri esempi europei. Quindi se riesce a distinguersi da altri esempi europei ciò implica che esiste una identità, e l’identità non nasce dall’oggi al domani, ma è il risultato di processi e relazioni che si manifestano a lungo termine; ma non solo, la coesistenza di stili differenti implica una testimonianza indiretta delle della storia vissuta. Questo secondo la mia ottica, un’ ottica percepita da una posizione terza alla vita sociale Berlinese ,ma bisogna anche saper cambiare punto di vista…… e mettendomi nei panni di uno del posto penso proprio che tali differenze all’interno della città non vengano trattate con tanta elasticità perché sono convinto che un berlinese a determinati ambiti accosti determinate situazioni sociali.
RispondiEliminaIo personalmente non ho visitato Berlino, ma la mia impressione di tale contesto è la grande discontinuità tra ieri e oggi, ciò non toglie che la sua forte identità si è differenziata nel corso del tempo da svariati processi ed evoluzioni positive e negative, che hanno fatto della Berlino di oggi una città singolare che si è distinta nella costruzione della città pubblica, dove parchi, trasporti ed edilizia sono stati elementi di riferimento per l'intero processo di sviluppo urbano.
RispondiEliminaLo scopo del fuzionalismo è stato quello di "un azzeramento culturale che conduce al rifiuto della tradizione", quindi, se molti di noi non percepiscono un'identità del luogo è abbastanza normale.Certo è che noi non viviamo la città come la vive un berlinese e le nostre supposizioni rigurdo l'identità del luogo rimangono sole delle impressioni dovute a una breve visita. Concordo con Gabrile nel dire che Berlino avrebbe avuto un'identità propria maggiore se la Germania non avesse perso la guerra.
RispondiEliminaProbabilmente la costruzione del muro ha certamente diviso la città in due parti che si sono differenziate sia dal punto di vista architettonico che sociale e culturale.
RispondiEliminaProbabilmente se non ci fosse stato, poche sarebbero state le cause di un'ulteriore divisione anche perché questo è stato un confine e un limite fortemente voluto da un regime dittatoriale e limite fisico,non solo mentale.
secondo me,poichè la citta e molto espansiva è inevitabile che si formino periferie anche molto esterne che incidono sulla crescita culturale e ideologica di una persona. Comunque credo che Berlino piu che un'unica città sia un conglomerato di città che a loro modo danno a Berlino stessa una propria e forte identità che non è possibile riscontrare alrove.
RispondiEliminaConcordo con Mastrella in quanto penso che il muro abbia inciso notevolmente sia come modo di edificare le architetture, sia in campo socio-economico-culturale. Inoltre sostengo che la profonda divisione suscitata dal "muro" non sarebbe stata possibile se fosse stato utilizzato un altro metodo per "spaccare" la città in due non solo dal punto di vista mentale ma soprattutto fisico in quanto la popolazione era fisicamente obbligata a rimanere nella loro porzione di città.
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