martedì 11 maggio 2010

berlino SIDELUNG

quartiere di Siemmenstadt
Berlino Britz

Bechelli V
Bechelli E
Scali
Covello
Sheldon
Ruzzo
Todesca
Pecchioli

7 commenti:

  1. Il Siedlung tedesco.
    Negli anni post prima guerra mondiale (1929-1935), la Germania distrutta si trova ad affrontare una grave carenza di abitazioni; per affrontare questa necessità vennero create abitazioni economiche e di rapida costruzione in stile razionalista. Questo movimento nasce nei primi anni Venti del 1900 e mira a realizzare edifici economici ma forniti dei confort necessari. Elementi comuni al razionalismo saranno comunque la sempre più perfetta identificazione tra forma e funzione, l’utilizzo di volumi semplici e netti, la preponderanza della linea e degli angoli retti, l’abolizione di ogni decorazione superflua e lo studio della standardizzazione, cioè l’impiego di elementi prefabbricati di dimensioni sempre uguali o comunque fra loro multiple. Tutti questi accorgimenti avrebbero dato origine a una architettura veramente nuova, accessibile e “democratica”, diretta espressione di quella società che, sopravvissuta all’abominio della guerra, voleva rompere ogni continuità anche formale con il recente passato.
    Ad esempio di ciò analizziamo il quartiere di Siemensstadt e Britz.
    Il Berlino Siemensstadt è un quartiere periferico sperimentale, creato dalla collaborazione Walter Gropius ed altri architetti come Forbat, Haring, Henning, Bartning e Scharoun, situato nella Berlino ovest.
    Gropius affronta il tema dell’architettura come urbanistica, individuando nella società una struttura collettivistica e studiandone i moduli e le esigenze.
    Codifica i rapporti tra individui e società trasferendo dei compiti e delle attività tradizionalmente riservati alla famiglia (dall’attività ricreativa a quella educativa svolta collettivamente alla scuola) non genericamente alla società, ma al gruppo sociale che si identifica con la casa, non più unifamiliare ( come farà poi in modo più completo Le Corbusier).
    Il quartiere viene realizzato come risposta alle esigenze dei lavoratori della grande industria Siemmens (situata nelle vicinanze del quartiere), di trovare abitazioni confortevoli economiche e dotate dei servizi necessari alla vita quotidiana.
    Lo schema urbano prevedeva in un primo momento, un unico blocco obliquo, una sorta di barriera, dietro alla quale allineare gli edifici residenziali sull’asse nord-sud; fu poi modificato con l’aggiunta dei nuovi blocchi in linea e l’ampliamento dei blocchi esistenti per soddisfare l’esigenza di maggiori abitazioni.
    Gropius risolve il problema dello spigolo, innestandovi un basso corpo di fabbrica per i negozi situati al piano terra. I prospetti di questi edifici a quattro piani sono severi ma molto proporzionali, ravvivati dal movimento di scale, balconi e logge vetrate; la proiezione in facciata dei mini appartamenti li fa apparire più grandi.

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  2. Per quanto riguarda il Berlino Britz, si tratta di un insediamento commissionato da Martin Wagner (all’epoca assessore all’urbanistica di Berlino) all’architetto Bruno Taut e realizzato dal 1925 al 1931. Progettato con i fratelli Wagner, divenne presto uno dei simboli della politica residenziale portata avanti dal governo socialdemocratico berlinese. L’insieme fu concepito come modello per una possibile città alternativa, oasi di razionalità e natura nel caos della metropoli industriale. In questo insediamento Taut ha unito l’idea del quartiere popolare moderno col concetto di città-giardino proveniente dall’Inghilterra. Il termine Hufeisen (ferro di cavallo) deriva dalla particolare forma dell’edificio principale del quartiere, il fulcro dinamico dell’insieme. Si tratta di un edificio a tre piani (lungo ben 350 mt) che si sviluppa attorno un giardino pubblico con un laghetto artificiale interno; questo edificio è reso meno monotono dalla ripartizione cromatica (blu, grigio, rosso bruno) e dalla presenza dei passaggi interni. Questo lungo blocco è internamente composto da sezioni individuali ognuna delle quali è disposta con un angolo leggermente differente per ottenere l’effetto circolare. Tutti gli appartamenti sono costruiti tenendo conto dei recenti concetti legati all’existenz minimum; sono muniti di piccoli balconi che danno sul parco; ogni sezione ha il proprio giardinetto. Lungo la Fritz-Reuter-Allee, proprio di fronte a un preesistente insediamento composto da villini borghesi, Taut dispose un lungo blocco a più piani rosso, quasi a simboleggiare la difesa dell'insediamento operaio interno, interrotto solo dall'edificio della cooperativa. Questo rosso molto intenso allude all'inclinazione socialista della GEHAG (una delle associazioni formate, alla fine della prima guerra mondiale, al fine di creare edifici e alloggi economici), del governo berlinese e di Taut stesso. Al fine di ridurre i costi di produzione, in un numero limitato di edifici furono sperimentati procedimenti costruttivi di meccanizzazione e di standardizzazione edilizia. L’intervento di Taut e Wagner si compone di ben 1.024 abitazioni. Pur essendo patrimonio dell’UNESCO il quartiere non ebbe le riconoscenze che Taut si aspettava; cosa sarebbe accaduto se il quartiere avesse ricevuto tali attenzioni?

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  3. Fonti:
    "Itinerari dell'arte" di Cricco, Di Teodoro
    "Walter Gropius" di A. Busignani
    "Walter Gropius, opera completa" di Winfried Nerdinger

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  4. Pur dovendo rispettare l' "existenz minimum" per chiaramente rispecchiare la tipologia di abitazione, nel caso del Berlin Britz, non può non colpire la straordinaria cura del verde, che crea un forte contrasto con la costruzione, e allo stesso tempo ricrea una sorta di legame con l'ambiente naturale, che è in così forte contrasto con questo monolite composto di acciaio, vetro e cemento.

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  5. Riguardo al quartiere di Berlino Britz: secondo me è difficile per un quartiere avere molta visibilità a livello internazionale quando questo ha solo destinazione residenziale. L'impresa di Taut e Wagner di renderlo famoso e riconosciuto in tutto il mondo era molto difficile e mi pare non ci siano riusciti, infatti non ne sentiamo parlare come opera "da vedere" quando visiti Berlino.
    Forse per dare maggiore visibilità occorreva inserire nelle vicinanze un qualche edificio di particolare valore architettonico o politico. Ma essendo una zona esclusivamente residenziale e non vicinissima al centro va a sminuire il valore del progetto.
    Magari una soluzione poteva essere anche quella di inserire nelle vicinanze negozi/centri commerciali.
    Rimane comunque una zona molto bella per viverci, molto verde e "familiare" ed esteticamente bella da vedersi. Probabilmente non avrebbe questa tranquillità se avesse attirato maggiore attenzione turistica. Però questa cosa non è avvenuta, anche perchè mi risulta difficile che il "vero turista" giri le città per vedere i quartieri prettamente residenziali e distanti dal centro.

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  6. sinceramente credo che dal momento che noi stessi(anche se non semplici turisti)siamo andati a vedere,osservare e scrutare l'hufeisen spinti dalla curiosità(e di certo dai prof!!!)è perchè evidentemente un certo interesse alla fine lo ha ricevuto anche se non era quello desiderato dai suoi ideatori...cosa sarebbe accaduto se il quartiere avesse ricevuto tali attenzioni?sinceramente non so che rispondere e probabilmente nessun altro ha la capacità di farlo con certezza...forse qualche altro architetto affascinato dalla struttura lo avrebbe copiato(cosa che fra l'altro potrebbe essere benissimo successa a mia insaputa) o perchè troppo famoso potrebbe essere stato oggetto di qualche attentato..tutto potrebbe essere accaduto!
    Per quanto riguarda la mia idea generale del complesso credo sia il giusto compromesso tra gli anonimi palazzi di "ammassamento" della berlino centro e la perfiferia probabilmente troppo lontana e troppo pericolosa di marzhan,ma questo è solo il mio umile pensiero...

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  7. Agli inizi del ’900 le risorse portate dall’industrializzazione e dalla forza motrice aprono nuovi inimmaginati scenari; per la prima volta nella storia, in quelle aree geografiche dove tali processi sono più avanzati, si intravede la possibilità di fornire a tutti un tetto decente. “L’esigenza politico-economica più elementare è quella di soddisfare i nostri bisogni nel modo più economico, vale a dire con il minimo di spesa, di salari e di materiali, grazie a una organizzazione sempre più perfetta. È questo l’impulso che ha portato alla macchina, all’industria!”.
    Walter Gropius, “Das neue Frankfurt” 1926
    Alle persone che vi abitano non viene più in mente oggi di farsi fare le scarpe su misura, ma acquistano un prodotto finito che, grazie a perfezionati metodi di fabbricazione, può soddisfare le più ampie esigenze individuali. Personalmente spero che la generazione futura non si procurerà l’alloggio allo stesso modo. Se l’urbanistica è lo strumento per riorganizzare la città per parti, la standardizzazione viene vista come il mezzo più innovativo ed efficace per offrire abitazioni di buona qualità, a prezzi contenuti, al più alto numero possibile di utenti.
    Ecco quindi risolto il problema di un mondo in cui la produzione guidata dalla razionalità risolve, anzi elimina, il problema del rispetto delle tradizioni locali in nome del progresso scientifico e tecnologico. Niente più “stili” ovviamente ma l’unica forma possibile sarebbe quella determinata sempre e comunque dalla massima razionalità in funzione dei requisiti richiesti.
    Tuttavia il quartiere di Berlino Britz è caratterizzato da una importante presenza di verde e di tranquillità e può rappresentare una buona soluzione abitativa.

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