martedì 11 maggio 2010

livorno - LA CITTA' BUONTALENTIANA

Urbanistica di livorno
il piano del Buontalenti,
la Venezia Nuova

Conti
Squarcia
Cascella
Cinti
Leoncini
Marcantoni
Gneri

8 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  5. INTRODUZIONE

    Livorno è una città della toscana e un capoluogo di provincia. Oggi conta circa 168 mila abitanti e il suo impianto è di tipo moderno. È contenuta in un semicerchio oltre il quale va a svilupparsi i quartieri periferici. Al suo interno ha 2 strade che possiamo considerare importanti anche per capire la sua forma e la posizione geografica:una segue l’andamento costiero, l’altra passa a un kilometro dalla foce del Rio Maggiore.
    Il rettilineo centrale,partendo dalla nuova stazione ferroviaria, divide l’abitato lasciando a destra la parte sei-settecentesca, e a sinistra la nuova, costruita nell’ottocento. Il rettilineo settentrionale va dall’estremità nord del semicerchio fino al porto mediceo andando a imbattersi con l’antichissima Via San Giovanni, tracciata dai pisani per unire al retroterra la Rocca da loro costruita sul mare. Il rettilineo meridionale va a ritrovare la costa all’altezza della foce del Rio Maggiore dalla parte sud del semicerchio.
    Questa città confina dalla parte di terra con il sistema collinare: il Monte Massi, poi la Valle Benedetta e il Gabbro. Qui s’ incontra con l’alveo del torrente Chioma insieme con il quale ridiscende fino a sboccare in mare.
    Livorno fu disegnata secondo uno schema a pianta pentagonale da Bernardo Buontalenti nel 1576. Il 28 Marzo 1577 si pone la prima pietra
    Livorno nasce da un’idea politica. Il suo decollo avviene sotto Cosimo I (1519-1574), che vuole trasformare il villaggio in un punto di riferimento per la navigazione ed un centro di scambi internazionali. Essa è una città quindi che è stata programmata. Nel 1593 Ferdinando I(1549-1609) promulga la legge “Livornina” che concedeva ai mercanti stranieri che si trasferissero a Livorno una serie di privilegi. Ma essa in particolare era rivolta agli Ebrei che avevano una fitta rete commerciale e quindi con questa legge vennero attratti in città per dare un impulso all’economia.

    RispondiElimina
  6. LIVORNO: “IL PIANO DEL BUONTALENTI”

    A Bernardo Buontalenti,(1531-1608), architetto e artista fiorentino, allievo di Salviati e Vasari, si deve la rinascita vera e propria della città di Livorno. Dal 28 marzo 1577 si può dire che la città cambia completamente il suo aspetto. Se prima si presentava come un “caotico villaggio di pescatori”, adesso col progetto del Buontalenti, che prevede la realizzazione di una “città-fortezza” circondata da una cerchia muraria imponente, assume una nuova identità e un nuovo ruolo. L’ incarico urbanistico, commissionatogli direttamente dal Granduca Cosimo I dei Medici, mira all’ organizzazione dello spazio urbano secondo esigenze di funzionalità e, allo stesso tempo, di rigore logico e razionale. L’ abitato cittadino viene geometricamente definito entro una forma pentagonale delimitata da mura difensive circondate da fossati. La ricostruzione buontalentiana però, non indica ancora la presenza di una fortezza ma si limita a definire i confini del tracciato cittadino fortificato, caratterizzato da cinque bastioni ai vertici del pentagono: Di qui il nome “Pentagono del Buontalenti”. Gli ultimi decenni del XVI secolo infatti, sotto il Granduca Ferdinando I, vedono la costruzione di una “Fortezza Nuova”(1590), la quale include il Mastio di Matilde e la piccola fortezza a pianta quadrata detta “Quadratura dei Pisani”,che và ad affiancare la preesistente “Fortezza Vecchia” (1521-1524). Il disegno della costruzione è frutto della collaborazione di Giovanni dei Medici, Vincenzo Bonanni e lo stesso Buontalenti e sorge sul perimetro dell’ antico “Baluardo di San Francesco”. Inizialmente comprende anche il “Baluardo di S. Barbara” fino a quando non viene smantellato per far posto all’ accrescimento dei quartieri più caratteristici della città, “La Venezia Nuova” e “San Marco”. Fra il 1594 e il 1606 si completa l’ idea di centralità del Buontalenti con la costruzione del “Cattedrale di San Francesco”, “Il Duomo”, nell’ allora “Piazza D’Arme”, oggi “Piazza Grande”.
    L’ aspetto interessante dell’ opera di Buontalenti, che si può definire a tutti gli effetti come una delle prime opere di sperimentazione urbanistiche a scala urbana così ben ideata, studiata e realizzata, è sicuramente l’ elemento “acqua” ,che, coi fossati che cingono le mura, si può dire avvolga completamente “la città pentagonale”. Il perimetro cittadino è segnato, infatti, da due canali d’ acqua molto importanti: “Il Fosso Reale” e “Il canale dei Navicelli”. Il primo (1590-1597) delimita l’ antico centro nella parte sud e attornia la Fortezza Nuova; l’ altro, costruito fra il 1563 e il 1574, è il primo intervento di rilievo di risanamento idrico e di canalizzazione della piana costiera e consente di collegare Pisa e Livorno al fine di agevolare i traffici commerciali fra le due città. Proprio per questo motivo assume una connotazione di grande innovazione e funzionalità per il periodo.
    In definitiva il progetto buontalentiano fa di Livorno una città vera e propria dandogli un orditura determinata e pone le basi per un’ organizzazione futura del centro urbano.

    RispondiElimina
  7. LIVORNO: QUARTIERE “VENEZIA NUOVA”


    Dopo una sovrapposizine del pentagono originario della vecchia città con quella attuale, è emerso che il quartiere della "Venezia Nuova", occupava e occupa ancora oggi circa la meta della "fortezza nuova" che allora era posta a nord di Livorno.
    Infatti il quartiere realizzato nel 1700, aveva lo scopo di ampliare il "Castello di Livorno" e di creare una nuova fonte commerciale che si sviluppava nella parte nord della città.
    Per la realizzazione del quartiere vennero chiamati dei progettisti di Venezia che idearono la nuova zona seguendo la loro esperienza veneziana. Infatti il quartiere aveva una certa organizazione, con canali che lo attraversavano e permettevano l'attracco delle navi mercantili che arrivavano alla città dal mare, oltre ai canali erano presenti vari moli, collegati a magazzini che ricevevano merci di vario tipo e consistenza, sopra ai magazzini vi erano poste le abitazioni dei lavoratori portuali e dei marinai. Proprio grazie a questa configurazione, spesso accostata ai quartieri veneziani, il quartiere acquistò il nome di "Venezia Nuova" che ancora oggi continua a mantenere.
    Oggi giorno il quartiere presenta numerose costruzioni che hanno mantenuto i caratteri originari storici, i resti delle mura del XVI-XVII secolo ma anche edifici di recente fattura che alterano completamente l'immagine storica.
    Gran parte degli edifici compresi tra Fosso Reale e la Venezia è costituito da edifici edificati dopo la seconda Guerra Mondiale, l'area compresa tra via San Giovanni e l'area retrostante a Piazza Della Repubblica si riscontra la presenza di pochi edifici di origine ottocentesca, inoltre ci sono stati vari impianti di nuovi edifici che hanno modificato la planimetria originaria del quartiere, come Palazzo Del Governo e Palazzo Grande.
    La fascia che comprende Via Delle Spianate invece è caratterizzato da edifici che mantengono lo spazio e i caratteri urbani storici.
    Per quanto riguarda la città attuale, svolgono un ruolo importante le vie uscenti dal Pentagono, via Garibaldi, via Solferino, viale Carducci, e Borgo Dei Cappuccini che sono tutte caratterizzatida edifici che mantengono i caratteri storici.
    In conclusione le aree con maggiore riscontro storico ottocentesco sono quelle che ricevono maggiore accesso cittadino e caratterizzano il centro storico della città di Livorno.

    RispondiElimina
  8. URBANISTICA DI LIVORNO

    Nel dopoguerra Livorno sviluppa il Piano Regolatore Generale i pilastri su cui si basa sono: la ricostruzione del centro cittadino e la realizzazione degli alloggi popolari.
    Il P.R.G. viene ideato per contrastare il degrado edilizio della città e l’insostenibilità del sistema viario del quartiere ottocentesco della città. È proprio l’asse viaria, passante da est-sud del centro ottocentesco, ad essere il fulcro del Piano e ha avrà la funzione di collegare tutte le arterie viarie della città verso le proprie direzioni. Esso dovrà anche decongestionare il traffico e riqualificare le aree del centro ottocentesco.
    Oltre al problema viario un’altra problematica da risolvere e il blocco dell’espansione a “macchia d’olio della città con la previsione di creare nuclei esterni al centro cittadino, quindi dei sobborghi, e nuclei nella vicina campagna. Fino ad oggi alcuni punti fondamentali del Piano Regolatore , come l’aspetto viario , non sono mai stati attuai.
    Nella struttura attuale della città la corrispondenza fra morfologia e funzione non è ottimale infatti solo attraverso l’urbanistica si può distinguere i vari casi in cui la morfologia facilita gli adattamenti funzionali. Livorno localizza le varie aree( insediative; produttive; amministrative-sociali e commercial,) in parti diverse della città. Infatti quelle produttive sono localizzate nella parte nord fino al porto franco e della vecchia darsena, anche se alcuni impianti industriali sono situati all’interno del centro ottocentesco. Per quanto riguarda le attività amministrative e sociali si trovano nel vecchio centro fino a sud dei fossi ma con lo espansione dei nuovi sobborghi, nati nel dopoguerra con il Piano Regolatore, i servizi amministrativi si sono decentralizzati dal centro verso i nuovi nuclei insediativi. Infine le attività commerciali sono dislocate in tutte le aree della città in particolare all’interno del centro storico vi sono localizzati i negozi di generi non alimentari.
    Con questa distribuzione la città subisce il congestionamento viario di tali aree e la densità dell’aree è elevata al contrario la densità media della città è relativamente bassa a causa di aree inedificate, di un’edilizia dispersiva e minuta, aziende industriali.
    Lo sviluppo urbanistico di Livorno si basa sul rapporto tra città e territorio e i tre punti fondamentali sono: la funzione politica, le vicende economiche-commerciali e la storia della città, essi hanno la funzione di sviluppare e espandere i servizi urbani. Dal punto di vista del territorio Livorno ha uno sbocco naturale sul mare; esso ha permesso lo sviluppo della città, sia dal punto di vista economico-commerciale, sia anche dal punto urbanistico.

    RispondiElimina